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Primo giorno – Scoprire la diversità in sala

Apertura

 

Derek Gregory, illustre professore presso l’Istituto Peter Wall per gli Studi Avanzati (PWIAS) ha salutato calorosamente i partecipanti anche a nome dell'ex direttrice esecutiva, Janis Sarra. Ha sottolineato l'apprezzamento per l’approccio innovativo e partecipativo scelto come filo conduttore di questa tavola rotonda e ha sostenuto che il PWIAS s’aspetta di raccogliere risultati interessanti.

Beau Dick, Capo ereditario dei Kwakwaka'wakw e intagliatore, ha eseguito un brano cerimoniale per sintonizzare tutti i partecipanti alle pratiche dei territori non ceduti delle Prime Nazioni nel British Columbia.

U. Rashid Sumaila, Cornelia E Nauen e Sarah K. Meltzoff in qualità di ricercatori principali della tavola rotonda internazionale si sono uniti a Derek nel dare il benvenuto ai partecipanti e ad invitarli ad affrontare insieme le grandi sfide per i nostri oceani e cercare nuovi modi per connettersi ai problemi evidenziati e creare relazioni interpersonali.

Assieme a Maria Scordialos, Vanessa Reid aveva collaborato ai preparativi e in particolare alla progettazione del programma specifico del evento. Non potendo starci di persona, le due erano collegate via skype.

Ngaio Hotte come coordinatrice e co-conduttrice si è unita nell’accogliere i partecipanti e auspicare una settimana di lavori produttivi.

 

Check-in – chi è in sala?

Ngaio ha poi invitato i partecipanti a presentarsi seguendo le tracce di tre domande guida:

  • Cosa ti attira di questa tavola rotonda?

  • Cosa porti alla tavola rotonda, in termini di competenza, esperienza, ispirazione?

  • Condividi la storia sull'oggetto che hai portato e che ti collega al mare?

 

Quando un partecipante dopo l'altro ha condiviso generosamente la sua esperienza e spesso le storie più personali che li connettono al mare, la diversità presente in sala è diventata evidente.

 

La maggior parte dei partecipanti proveniva dalla zona di Vancouver, così avevano una profonda conoscenza del luogo.

 

Le loro storie si fondono perfettamente con quelle dei partecipanti provenienti da luoghi più lontani, tutti focalizzati a collezionare le loro preoccupazioni per gli oceani.

 

Ogni storia ha dimostrato un punto di vista molto personale e inaspettato, mostrando relazioni profonde, passione e impegno, di là della personalità pubblica.

 

C'era Naomi Takagi, un’organista affermata, che ha ricordando come la storia della sua famiglia è sempre stata legata alla pesca e l'oceano.

 

Francisco Alarcón, Docente presso il Dipartimento di spagnolo e portoghese dell’Università Californiana di Davis, poeta e scrittore di libri per bambini, ha portato degli esempi su come l'attenzione dei giovani possa essere stimolata e guidata al tema degli oceani e le loro incredibili creature.

 

C'era Jurgenne Primavera, scienziata emerita del Development Center sulla pesca del Sud-Est asiatico (SEAFDEC) nelle Filippine, che ha condiviso la storia sulla sua trasformazione da affermata ricercatrice sull’acquacoltura dei gamberetti a una delle principali autorità sulla protezione delle mangrovie nella regione.

Alcuni dei giovani scienziati avevano già viaggiato in diverse parti del mondo nel perseguimento delle loro indagini sugli oceani e su come sia possibile proteggerli più efficacemente.

La storia che ogni partecipante ha condiviso nel rispondere alle domande introduttive ha avuto anche l'effetto di svelare i rapporti personali con l'oceano di queste persone, che siano al inizio della carriera scientifica o già affermati o addirittura scienziato di eccezionale statura, che siano futuri artisti di fama o gente di practica.

Le relazioni con il mare si sono dimostrate tra le più varie ma tutti avevano in comune la curiosità di incontrare persone con background differenti che difficilmente si sarebbero incrociate nell’ordinaria vita professionale.

Tale è stata la scena impostata per lanciare il programma della settimana.

Inchiesta Apprezzativa

Cornelia ha introdotto il metodo chiamato Appreciative Inquiry (AI). I partecipanti sono stati invitati a formare gruppi di tre, su base volontaria, e a raccontarsi un'esperienza positiva che ognuno ha avuto.

In tre turni di circa 10 minuti, rispettivamente, ogni partecipante ha assunto un ruolo diverso:

  • il narratore,

  • il reporter, addetto a prendere appunti

  • l’osservatore, incaricato di chiarire questioni e assicurarsi che i punti chiave emersi fossero accuratamente registrati.

Ad ogni reporter è stato consegnato un semplice foglio di lavoro per registrare i seguenti elementi: il proprio nome, la persona fonte della storia e il titolo del racconto, il motivo per cui il narratore ha ritenuto l’esperienza positiva e ciò che l’ha resa una "storia di successo".


 

Dopo poco più di mezz'ora, tutti i partecipanti si sono riuniti all'esterno sulla terrazza con vista sul mare e le montagne per raccogliere un campione di storie e numerosi partecipanti hanno raccontato le proprie esperienze. Tra i motivi che sono stati elencati essere all’origine di tali esperienze i partecipanti hanno riconosciuto:

  • Superare gli ostacoli con la perseveranza,

  • Ottenere o dare accesso alla conoscenza,

  • Riscoprire se stessi, la propria identità culturale, la riconnessione al mare, alla famiglia, a un sogno nella vita ...

 

Quali sono stati altri fattori che vi hanno contribuito ?

  • la collaborazione con altri che la pensano come loro,

  • sentirsi pioniere di un approccio inclusivo,

  • essere attivi invece di aspettare il riconoscimento di "esperti", in particolare assumere l’atteggiamento che "nessun dato" non è una scusa ragionevole per “nessuna azione”,

  • l’ascolto, il rispetto degli altri e delle loro prospettive e l’apprendimento.

Conversazione con l'oceano

Ngaio ha chiesto ai partecipanti di scambiarsi di coppia e di utilizzare circa 45 minuti per mettersi in collegamento con l'oceano, in qualunque posto fosse stato loro permesso, e ascoltare quello che il mare raccontava, quali sono i problemi e in che modo ci parlava? Quali sono le sensazioni, le immagini, le idee, le parole e le connessioni che ci rivelava?

Al ritorno, a fine giornata, i partecipanti hanno espresso molti pensieri diversi che erano stati evocati durante la passeggiata.

Check-out - Che cosa ci ha detto l'oceano? 

L'Inchiesta Apprezzativa (IA) ha in qualche modo paragonato l'esperienza umana con l'oceano, tuttavia essa non può modellare l'esperienza percettiva. La metafora del mare come immisurabile e infinito - trasmette un diverso senso del luogo quantificabile dove siamo.

Sono già stati osservati sia l’aumento del livello del mare che della sua acidificazione, la modificazione della migrazione delle specie marine e degli esseri umani: sono gli effetti del cambiamento climatico.

In conclusione di questa prima giornata trascorsa insieme, Rashid, Cornelia e Sarah hanno catturato alcune delle impressioni raccolte dalle conversazioni. Hanno espresso la loro gratitudine per la disponibilità dei partecipanti ad impegnarsi tra loro e con il tema centrale del workshop condividendo generosamente le loro prospettive ed esperienze professionali, spesso molto personali.

Tramite l'utilizzo di diversi mezzi di indagine nelle scienze, nelle arti e nella pratica, utilizzati per attribuire un senso al mondo che ci circonda, abbiamo trovato la via di una comunicazione rispettosa che ci ha portato alcune nuove comprensioni e la possibilità di comparare vari risultati, tale che la robustezza del nostro punto di partenza sembra confermata.