Dirigendo verso Lisbona, molte organizzazioni avevano imbastito eventi preparatori che contribuissero alla mobilitazione a sostegno del più dimenticato e sottovalutato dei Traguardi di Sviluppo Sostenibile. La conferenza sull’Oceano è stata ospitata dai Governi del Kenia e del Portogallo. Il Parlamento Europeo ha convocato, il 21 giugno 2022, un evento preparatorio, organizzato da un gruppo di Parlamentari Europei con l’Ambasciatore Peter Thompson, Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, per l’Oceano.

Già un mese prima, più di 550 organizzazioni della società civile, avendo aderito al movimento ”Rise UP per l’Oceano”, si erano messe d’accordo sulle domande chiave da porre ai partecipanti governativi alla conferenza. Mundus maris è una delle organizzazioni dell'alleanza. Alla fine, Rise Up ha osservato che la bozza della dichiarazione politica dell'UNOC del 2022 conteneva molte belle parole, ma ha avvertito che la conferenza sarà giudicata non in base alle buone intenzioni dei paesi, ma alle loro azioni che devono essere potenziate per proteggere l'oceano.

Nel 2022, i paesi dell’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO), devono attivarsi - RISE UP - e deliberare su alcune azioni chiave riguardanti l’oceano, come arrestare i dannosi sussidi alla pesca; portare a termine il negoziato per un solido Trattato per l’alto mare; ed assicurare il traguardo del 30x30 che sostiene e rafforza i diritti delle popolazioni locali e della pesca artigianale e che ci da la possibilità di fermare la progressione nell’estinzione della biodiversità, tanto nell’oceano che sulla terraferma.

A Lisbona Mundus maris era rappresentata da Maria del Carmen Patricia Morales che ha fatto una delle brevi dichiarazioni agli eventi collaterali del grande Rise UP: ha parlato della necessità della cooperazione intergenerazionale e transcontinentale, e di come Mundus maris stia lavorando per armonizzare scienza ed arte per la protezione dell’oceano.

Patricia si è resa conto che c’era un ridotto scambio fra le delegazioni governative ed i partecipanti della società civile. Poiché tanto la conferenza che gli eventi collaterali si svolgevano esclusivamente in inglese, per la mancanza di interpreti di altre lingue dell’ ONU, i rappresentanti della piccola pesca artigianale, per esempio quelli dell’America latina o di altri paesi ove l’inglese non è parlato correntemente, avevano difficoltà ad essere ascoltati.

Per questo ella ha svolto una serie di interviste radiofoniche, in particolare con gente della pesca dell’America centrale, che sono trasmesse, in spagnolo da Radio Alma su FM 101.9, tra le 18 e le 19, a Bruxelles.

I partecipanti alla conferenza hanno notato, con piacere, il progresso della 12ma conferenza del WTO, a Ginevra, dal 13 al 17 giugno. Il piano di sussidio alla pesca è il primo accordo cogente del WTO, che lega il commercio, l’ambiente e la sostenibilità. Raggiungere un accordo dopo 21 anni di trattative e nel bel mezzo di instabilità geopolitica, guerra e pandemia globale non è un risultato da poco.

C’è ora una regolamentazione che impedisce ogni sussidio (compreso l’aumento delle capacità di produzione) alle navi che pescano illegalmente, senza rapporto sulle prese e senza regolamenti che gestiscono la pesca (pesca INN), che pescano su stock sovra sfruttati o in zone di alto mare non regolamentate. Essa comprende altresì importanti misure per il miglioramento della trasparenza, rendendo i governi direttamente responsabili degli aiuti finanziari all’industria della pesca.

Mentre le negoziazioni sui sussidi che contribuiscono alla costruzione ed alla gestione delle flotte di capacità insostenibile andavano arenandosi, i rappresentanti dichiaravano che le discussioni su questo tema sarebbero continuate, con raccomandazioni sulla limitazione di questo tipo di aiuti, alla 13ma Conferenza Ministeriale che si dovrebbe tenere nel 2023 o nel 2024: in particolare dovranno essere aggiunte ulteriori proibizioni ai sussidi che favoriscono l’aumento delle capacità produttive, il sovra sfruttamento e la pesca d’altura a grandi distanze. L’accordo, per essere ratificato ed attuato, avrà bisogno di una maggioranza di 2/3 dei membri del WTO.

Saranno pertanto necessarie attenzione e pressioni delle organizzazioni della società civile per orientare i problemi in sospeso, e per essere certi che le nuove regolamentazioni riducano effettivamente qualunque forma di sussidio dannoso.

La ritardata Conferenza dell’ONU sull’oceano è stata la prima occasione di raduno ad alto livello dal 2020 quando, guidati dalla Norvegia e Palau, 14 leaders mondiali, tra in quali i presidenti dell’Indonesia e del Ghana, avevano promesso di avanzare soluzioni a base scientifica per una gestione sostenibile dell’oceano.

Questo ‘Gruppo Oceano’ ('Ocean Panel') ha dato l’incarico a 250 scienziati di elaborare una serie di “blue papers” per definire lo stato attuale e le misure da adottare per passare alla ripresa ed alla sostenibilità. Un po’ ambiziosamente, essi si sono impegnati a raggiungere la transizione verso la sostenibilità entro il 2025, invece del traguardo fissato per il 2030. Questo Gruppo prende ulteriore quota con l’adesione della Francia e degli USA. Per il raggiungimento del loro traguardo è proposta l’adozione di una serie di indicatori per il controllo dell’avanzamento delle fasi di attuazione. Tutto ciò è molto incoraggiante, ma richiede nuovi sforzi per le verifiche di fatto. È tuttavia certo che il ‘Gruppo Oceano’ ha contribuito ad introdurre l’oceano nell’agenda politica dell’ONU e nel G7 delle economie più avanzate.

È necessaria una ancor maggiore mobilitazione dei cittadini di tutto il mondo per rendere l'oceano il centro delle discussioni, dei negoziati e degli investimenti per un futuro giusto e sicuro, per un clima che preservi l'oceano, arresti la perdita di biodiversità e affronti le numerose ingiustizie, consolidate dalle regole e dalle pratiche oggi prevalenti. Ciò può e deve essere fatto per l’umanità e per il pianeta.

Potete trovare altro sulla Conferenza dell’ONU sull’oceano qui.

Traduzione italiana di Alberto Caratelli.