Il consumo mondiale pro capite di prodotti ittici ha raggiunto un nuovo primato nel 2014 con 29kg. DI cui circa metà era dovuta all'acquacultura secondo le stime pubblicate dalla FAO (Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite) nel suo rapporto State of world fisheries and aquaculture 2016.

Per quanto il consumo annuale pro capite di pesce sia cresciuto sensibilmente nelle regioni in via di sviluppo (da 5,2 kg nel 1961 a 18,8 kg nel 2013) e nei paesi a basso reddito e deficit alimentare (LIFDC, da 3,5 a 7,6 kg), è ancora sensibilmente inferiore a quello delle regioni più sviluppate, anche se il divario si va riducendo. Dati probabilmente sottostimati, poiché la pesca di sussistenza e artigianale è molto poco coperta dai sistemi statistici nazionali e quindi anche dalla FAO.

  • Si stima da parte della FAO che nel 2018 circa 179 milioni di tonnellate di pesci e altri organismi acquatici siano stati catturati in tutto il mondo. 85% della produzione era costituito da pesci. 12 millioni di tonnellate provenivano di acque dolci, di cui 2/3 in Asia e 25% in Africa. La Cina copre circa il 35% della produzione totale.

  • Si stima che 82 milioni di tonnellate di pesci e altri organismi acquatici (di cui 54,3 millioni di tonnelate di pesce) siano stati prodotti attraverso qualche forma di acquacultura o di allevamento nel 2018 per un valore complessivo di 250 milliardi di dollari USA (51,7 milioni di tonnellate stimate nel 2006). 47,1 milioni di tonnellate di pesci provenivano da acque dolci, 7,3 milioni di tonnellate di pesci, 17,7 millioni di tonnellate di molluschi et 9,4 millioni di tonnellate di crustacei da acque marine.

  • Si stima che circa 156 milioni di tonnellate della produzione - su 179 milioni di tonnellate in totale - siano state destinate al consumo umano. Circa 22 milioni di tonnellate erano destinate ad uso non umano, soprattutto farine ed olio di pesce (una gran parte destinata ai mangimi usati nell'acquacoltura).

  • La Cina è il produttore più importante sia nelle catture que in acquacoltura. A causa di problemi con le statistiche cinesi, i dati globali vengono comunicati con e senza quelli provenienti dalla Cina per evitare che questa grande fonte di errore falsifichi la percezione delle tendenze a livello mondiale.

  • Sui 156 milioni di tonnellate sul totale sono state destinate al consumo umano, fornendo 19,4 kg/anno pro capite nei paesi in via di sviluppo, 12,6 kg nei paesi meno sviluppati e solo 9,3 kg/anno pro capite nei paesi di reddito basso e deficienti in alimentazione.

  • Tra gli 11 e i 26 milioni di tonnellate di pesci sono state catturate illegalmente e/o non dichiarate e/o provengono da pesca non regolamentata (INN) (vedi Agnew et al., 2009). I danni derivanti da queste attività illecita sono stati tra i 10 e i 23,5 miliardi di dollari USA all'anno. Per ulteriori informazioni, clicca qui.

  • Circa il 38% del pesce e dei prodotti ittici entra nel commercio internazionale (un paragone: solo il 3-5% del riso entra nei circuiti internazionali).

  • Il valore della pesca globale al primo punto vendita nel 2018 era di 151 miliardi di dollari USA (contro 91,2 miliardi di dollari USA nel 2006), quello della produzione da acquacoltura (con la Cina) di 250 miliardi dollari USA.

  • La maggior parte dell'acquacoltura viene praticata nella regione Asia-Pacifico: nel 2018 era responsabile per l'89% in quantità. La Cina producendo più di tutti i altri assieme con 57,9% del totale. La percentuale dell'acquacoltura nella produzione totale in 2018 era di 17,9% in Africa, 17% in Europa, 42% in Asia (senza la Cina), 15,7 nelle Americhe e 12,7% in Oceania.

  • Si stima che 59,51 milioni di persone lavoravano a tempo pieno o parziale o saltuariamente nella produzione ittica (pesca e acquacoltura) nel 2018, contro 43,5 milioni nel 2006. 14% dei lavoratori nel settore primario erano donne, 50% del settore post-produzione.

  • Forse un numero ben quattro volte maggiore lavora in attività legate a pesca ed acquacoltura (costruzione e di riparazione di barche, realizzazione e riparazione di attrezzi, alimentazione e manipolazioni del pesce in acquacoltura, gestione post-raccolta dei prodotti ittici, marketing). Le donne svolgono un ruolo importante in entrambi i settori - pesca e acquacoltura - perlopiù come imprenditori e operaie in attività di pre  e post raccolta. Supponendo che tre altri membri familiari a carico approfittino del settore, questo arriva ad oltre mezzo miliardo di persone, quasi l'8% della popolazione mondiale. (Foto Cornelia E. Nauen)

NB: Salvo diversa indicazione, tutti i dati sono presi dal rapporto “Lo Stato della Pesca e dell'Acquacoltura 2020” della FAO (in inglese).

Questa è l'ultima versione della relazione della FAO di recente resa disponibile. Si noti, tuttavia, che le ricostruzioni indipendenti delle catture fatte da parte di scienziati di tutto il mondo riuniti in un grande sforzo del progetto Sea Around Us guidato dal Prof. Daniel Pauly del Istituto di Pesca e del Oceano presso la University of British Columbia, in Canada, e sostenuto finanziariamente dalla Pew Charitable Trusts ed altri fondazioni, cerca di migliorare le stima perche tanti, incluso la FAO, gettano seri dubbi sulla credibilità delle statistiche trasmesse dai governi e utilizzato dalla FAO in questa elaborazione. Per l'accesso ai dati raccolti in modo indipendente dall progetto Sea Around Us clicca qui.