MM: In occasione della mostra Mediterraneum, che si è tenuta a Roma tra il dicembre 2013 ed il gennaio 2014, abbiamo voluto conoscere qualcosa di più dalla viva voce dell'artista, Oreste Baldini. Gli abbiamo chiesto pertanto di rispondere ad alcune nostre domande.

Ci può spiegare chi è e come si è avvicinato alla creazione artistica sul tema del mare? Vorremo chiederle poi qualche indirizzo sui motivi della scelta del percorso della mostra all'interno dei Mercati di Traiano, suggestivo sia per le opere esposte che per la maniera di inserirle in quegli spazi carichi di storia. Abbiamo poi notato che lei usa diversi materiali per le sue opere e che la mostra offre più di una esperienza meramente visiva. Cosa cerca di provocare nel visitatore facendo appello ad altri sensi, e quale messaggio vorrebbe che portasse con se a casa dopo la visita? Ed infine, che piani ha per il futuro?

OB: E' una vera gioia aver conosciuto il meritevole lavoro di Mundus maris e le persone che con grande entusiasmo ci lavorano. L'incontro con Paolo Bottoni è stato empatico e sicuramente fruttuoso visto l'ottimo articolo che ha scritto sulla mostra e di buon grado cerco di rispondere alle vostre garbate domande.

La mia ricerca intorno all'icona del "pesce" risale al lontano 1995 quando sono stato chiamato ad arredare una cappella progettata da Eugenio Abruzzini per l'UNITALSI in cima a una struttura di accoglienza ospedaliera a Lourdes, uno spazio liturgico con l'affaccio sul fiume Gave, proprio vicino alla grotta miracolosa.

Mi era stato chiesto di rappresentare l'acqua come simbolo di speranza, di vita e di rinascita ed io ho creato una grande croce formata solo da pesci, pesci che ho poi scolpito sull'altare, sul portale e sulla pisside e che ho anche inciso sul tabernacolo sferico sorretto da tre angeli volanti.

Fu un'esperienza fortissima lavorare in un ambiente così mistico e così vicino alla sofferenza delle persone; all'inaugurazione della cappella era presente Enzo Biagi che arrivò dalla Sicilia con il treno bianco pieno di bambini gravemente malati che lasciarono dei pensierini scritti ai piedi della croce... ne ho letto qualcuno, poi non ce l'ho fatta e tra le lacrime mal trattenute ho dovuto interrompere...

Dopo qualche tempo mi sono ammalato seriamente, i medici mi davano nulle le possibilità di sopravvivenza... ma grazie a Dio sono qui, quell'agosto mi operai e una volta svegliato ancora sul letto dell'ospedale di Parigi cominciai o meglio continuai quello che avevo iniziato a Lourdes... creare pesci.

Poi ho scoperto l'importanza e la ricchezza di questo simbolo, la sua capacità di evocare l'elemento che è la vita stessa: l'acqua. Il "pesce" sin dagli albori dell'umanità è stato portatore di messaggi, un messaggero tra l'umano e il Divino, un rivelatore silente delle profondità dell'anima, capace di andare oltre il non conosciuto. Nella bibbia Tobia pescato un pesce ne mangia le carni, poi ne conserva delle parti per cacciare una maledizione che colpisce la sua futura moglie e per ridare la vista al suo vecchio padre.

Il pesce è stato venerato dai babilonesi, dagli egiziani e dai romani, simboleggiando a volte il divino e a volte l'umano come portatore di prosperità e di abbondanza. Con la mia personale Mediterraneum ho voluto raccontare l'importanza del pesce nello sviluppo della civiltà mediterranea come cibo salvifico, spirituale ma anche come cibo proteico molto diffuso e consumato nell'antichità. E gli spazi dei Mercati di Traiano hanno reso ancora più suggestivo questo percorso proprio attraverso il passaggio tra una taberna e l'altra.

Ho voluto un percorso sensoriale completo: all'ingresso di ogni taberna una ciotola odorosa con fragranza mediterranea accoglie il visitatore, la colonna sonora del maestro Giancarlo Russo rimanda a suoni marini con canti di balena, le luci di Marco Maione fanno apparire dalla penombra del sito archeologico le sculture. Il visitatore inoltre è invitato a toccare con mano le superfici ruvide e irregolari dei grandi mosaici creati appositamente per questa mostra, un omaggio al mosaico romano. Poi nell'ultima taberna ho allestito una specie di banco del pesce, citando un mercato mediterraneo con ceramiche e ciotole dipinte.

indubbiamente la mostra deve essere un momento di riflessione su quanto siamo legati all'elemento acqua, e quanto tutti gli esseri viventi dipendano dalla salvaguardia di questo bene immenso che è qui sulla terra, solo e soltanto qui.

Molti mi chiedono se continuerò ancora questa mia ricerca monotematica. Io rispondo che il pesce anche se muto mi sta ancora parlando.

 

Note al testo:

Lourdes è un villaggio situato in Francia, ai piedi dei monti Pirenei che lo separano dalla Spagna. Nel 1858 in una grotta la giovane contadina Bernadette Soubirous ebbe delle visioni mistiche, che la chiesa cattolica riconobbe come manifestazioni superiori. Divenuta immediatamente meta di pellegrinaggi la grotta di Lourdes è visitata al giorno d'oggi da circa 6 milioni di pellegrini ogni anno.

Enzo Biagi (1920-2007) è stato uno dei più noti e stimati giornalisti italiani del XX secolo.

La pisside è una coppa in cui vengono conservate le ostie sacre consumate nel rito della messa cattolica: Viene riposta al termine del rito nel tabernacolo, un contenitore apposito fissato alla struttura dell'altare. Va notato che il termine latino tabernaculum da cui deriva è un diminutivo dell'altro termine taberna incontrato più avanti nell'articolo, essendo la sede espositiva all'interno delle tabernae di un antico mercato romano.

Il termine latino taberna non indicava come taverna al giorno d'oggi un locale destinato al consumo di cibo e vino, bensì al commercio o all'artigianato. I mercati costruiti nel II secolo d.C. a Roma dall'imperatore Traiano erano dedicati prevalentemente agli scambi commerciali della vasta area in cui il mare Mediterraneo, che quella civiltà chiamava semplicemente mare nostrum, era la principale via di comunicazione e scambio, sia commerciale che culturale e sociale.

L'imperatore romano Marco Ulpio Traiano nacque ad Italica (nei pressi di Siviglia in Spagna) nel 53 d.C. e si spense a Selinunte (l'attuale Gazipaşa in Turchia) nel 117. L'arco della sua stessa vita dimostra come il Mediterraneo sia stato il maggiore strumento di unione dei popoli che vi si affacciavano nel mondo antico.