Donne nell'acquacoltura dei gamberetti in (Goa) India (Foto cortesia Sangeeta Sonak)

 

La coltivazione di organismi marini o d'acqua dolce, come il pesce, i gamberi, le ostriche o le alghe si definisce acquacultura. La maggior parte delle specie non sono addomesticati e hanno bisogno di novellame preso in natura, ma perlomeno una parte del loro ciclo di vita è controllata.

La definizione ufficiale della FAO dell'acquacoltura per fini statistici può essere trovato qui.

 

Alcuni fatti:

  • L'acquacultura è un'attività antica che si è sviluppata nei pressi di centri abitati. L’evidenza documentata meglio finora riguarda la Cina, ma diverse forme di allevamento di pesci e di altri animali che vivono in acqua, possono essere dedotte dai documenti storici, come ad esempio in India, Egitto e durante il periodo dell'impero romano. Una storia dell'acquacultura focalizzata sull’Asia è disponibile sul sito web della FAO.
  • La Cina e l’India sono oggi i principali produttori (e consumatori) con importanti allevamenti di carpe cinesi ed indiani e di altri organismi acquatici.
  • L’acquacultura moderna è un'attività economica in rapida crescita con un incremento di produzione annuale stimato al 4,5% dal 2011 al 2018. Quasi il 46% del pesce e dei frutti di mare che mangiamo oggi provviene dell'acquacultura.
  • Il valore della produzione globale di acquacultura al primo punto di vendita è stato stimato a 250 miliardi di dollari USA dalla FAO per l'anno 2018 (78,8 miliardi dollari USA per l'anno 2006) (1).
  • La più grande quantità delle specie coltivate sono situati in basso nella rete alimentare, come la carpa indiana, la tilapia del Nilo, i bivalvi filtratori e le alghe marine; invece, la coltivazione di specie carnivore più care ma in alto nella rete alimentare, è aumentata in maniera massiccia nel corso degli anni.
  • Alcuni punti dell'acquacultura sono controversi, in particolare i seguenti:
    • La coltivazione di specie carnivore, perché la riduzione della disponibilità alimentare globale - 2-5 kg di alimenti per pesci è necessaria per produrre un kg di un pesce carnivoro, specie ad alto valore, la maggior parte degli alimenti (farine e oli di pesce, soja, insetti) potrebbe essere consumata direttamente dagli esseri umani;
    • La distruzione di ampie fasce di mangrovie costiere e zone umide a causa della costruzione di stagni costieri per la cultura di gamberetti e di altre specie di grande valore, spesso distrugge la base per il funzionamento sostenibile del processo produttivo;
    • La coltivazione intensiva di gabbie flottanti - per esempio per il salmone nel Pacifico, in Canada - è stato dimostrato essere fonte per la diffusione di malattie e parassiti ai loro parenti selvatici;
    • L'introduzione di specie alloctone, che può portare a fughe non desiderate e alla creazione di popolazioni esotiche a scapito delle specie autoctone;
    • L’uso di antibiotici e medicinali nei mangimi per pesci, la forte domanda di energia e l'inquinamento delle acque;
    • Conflitti sociali causati dell’appropriazione privata della terra e dell'acqua a scapito dell’uso delle risorse comuni e a beneficio di strategie di sfruttamento che impediscono la sussistenza di altri.

Alcune delle pratiche denunciate sono state migliorate a seguito della pressione pubblica e della ricerca o sono in procinto di essere migliorate. Inoltre, la riscoperta di vecchi concetti di uso integrato delle risorse e la loro esplorazione nei contesti contemporanei di concorrenza per lo spazio, l’acqua, l’energia, la manodopera qualificata e altre risorse incoraggia l'innovazione costante e altri miglioramenti.

Forme di acquacultura integrata con l'utilizzo di altre risorse hanno dimostrato di poter aumentare la produttività generale del suolo, dell'acqua e degli organismi viventi. In parole povere, questo si verifica imitando il riciclaggio delle risorse simile degli ecosistemi naturali, dove il 'rifiuto' di un processo consente l'ingresso di un altro. Esempi sono:

  • L’integrazione in crescita dell'acquacoltura in stagno con alberi da frutto e/o verdura sulle dighe, come è pratica comune nel Sud e Sud-est asiatico. Alcuni sistemi di questo tipo nelle aree peri-urbane prevedono l'uso di escrementi come fonte di fertilizzazione. Un esempio era il progetto PAPUSSA (Produzione in sistemi acquatici peri-urbani in Asia Sud-Orientale). E' nato come progetto di collaborazione scientifica internazionale (INCO) nel 5° programma quadro europeo di ricerca.
  • Sanggou Bay e Huangdun Bay in Cina. Sanggou è adiacente a una zona rurale, mentre Huangdun si trova vicino a una zona industriale. In entrambe le regioni, le forme di acquacultura integrata marina coniugano cultura di crostacei, di pesce in gabbie flottanti e alghe. L'idea era di trasformare un problema (ad esempio l'inquinamento di origine agricola nelle acque interne che avrebbe potuto creare eutrofizzazione e zone morte senza ossigeno) in un vantaggio di produzione (evitando le sostanze tossiche che verranno rilasciate e potrebbero accumularsi nella rete alimentare). Il progetto SPEAR (Titolo: Opzioni sostenibili per le persone, il bacino fluviale e le risorse naturali) ha riunito un consorzio scientifico internazionale per studiare e confrontare i due sistemi di valorizzazione, allo scopo di fornire consigli di gestione alle amministrazioni e aiutarle a trovare soluzioni sostenibili. Il progetto è stato una collaborazione scientifica internazionale (INCO) nell'ambito del 6° programma quadro europeo di ricerca. Fai clic qui per un libero accesso al sito.
  • Sintesi di altri esempi si possono vedere nel catalogo di progetti della cooperazione scientifica e tecnologica (INCO) sulle sfide nel settore della pesca, nelle zone costiere, le zone umide e l'acquacoltura.

Un nuovo indice è stato sviluppato per valutare le prestazioni dell’acquacultura per paese o per specie sulla base degli standard ecologici o di altri obiettivi politici. L'indice si chiama 'Global Aquaculture Performance Index (GAPI). Seguitene gli sviluppi qui.

(1) FAO, 2020. The State of World Fisheries and Aquaculture, 2020. Rome, Food and Agriculture Organization of the United Nations.